TASSONOMIA DI BLOOM
“I modelli cui abitualmente ci si riferisce per la formulazione degli obiettivi didattici sono la tassonomia degli obiettivi educativi di Bloom (1956, 1957) e l’impianto operativo messo a punto da Mager (1972, 1975). La tassonomia di Bloom posiziona l’apprendimento lungo un continuum, dalle abilità di livello più basso a quelle di più alto livello, basandosi sulla convinzione che l’apprendimento sia un processo lineare – postula cioè che la capacità di sviluppare una particolare abilità, come la costruzione di un diagramma di flusso che descrive come e perché certi eventi storici portino ad altri, sia necessariamente preceduta dallo sviluppo di un’altra particolare abilità, come quella di porre in ordine temporale una serie di date storiche. Lo scopo dell’insegnamento, coerentemente, è di “far avanzare” gli studenti lungo tale continuum di abilità, cominciando con l’acquisizione di conoscenze e arrivando alla fine ad abilità di pensiero analitico. (…) Sono stati proprio due studenti di Benjamin Bloom, che ricordiamo aveva sviluppata la sua tassonomia all’inizio degli anni ’50, hanno messo a punto nel 2001 una nuova versione della stessa, basata sulle nuove scoperte secondo cui la maggior parte delle abilità possono essere acquisite e impiegate simultaneamente o senza un ordine preciso. «Questo è diverso dalla vecchia tassonomia, che affermava, ad esempio, che non si può applicare se non si è compreso, o che si deve capire prima di poter analizzare», spiega il co-autore Lorin Anderson, che con David Krathwohl (2001) ha guidato un gruppo di lavoro che ha lavorato cinque anni per revisionare la tassonomia di Bloom. «Sappiamo ora che, in molti casi, questi processi possono essere appresi simultaneamente, o anche in ordine inverso».”
Fonte: http://www.formazionecontinua.marconatonetwork.it/pdf/Obiettivi_apprendimento_tassonomie_conoscenza.pdfPer un approfondimento sugli obiettivi educativi si veda https://www.youtube.com/watch?v=cb6yBeXJ8nE (Docente EFT Laura Ceccacci)